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La stagione di Pancotto: «Meglio al Porto Corallo che nel Ghilarza ma ho festeggiato due salvezze»
Il difensore: «Mannu non mi ha chiamato, vado via»

La stagione di Pancotto: «Meglio al Porto Corallo che nel Ghilarza ma ho festeggiato due salvezze»

Metà stagione al Porto Corallo e l'altra metà al Ghilarza, fino a dicembre a respirare aria di playoff e poi a lottare per conquistare la salvezza. Ora per Gabriele Pancotto ci sarà una nuova avventura, probabilmente ancora in Eccellenza ma non con il club oristanese, le strade si dividono nuovamente dopo sei mesi e un traguardo importante raggiunto. «Ringrazio la società e tutti i dirigenti - dice il difensore classe 1985 - in particolare Serafino Corrias, persona splendida, e Lello Cardia, l'accompagnatore che soffre tanto se il Ghilarza non vince. Sono contento della salvezza raggiunta, l'anno prossimo si rincomincia da un'altra per fare meglio e stare più vicino a casa per conciliare il tutto con gli orari di lavoro, mi piacerebbe giocare ancora in Eccellenza. A Ghilarza ho trovato tanti amici e mi sono lasciato bene, l'unico neo è verso chi non ha mantenuto la parola data quando fui chiamato a dicembre». 

 

Gabriele Pancotto esulta con l'ex compagno Fabio ChergiaIl 30enne centrale difensivo ex Sant'Elena, Nuorese, Muravera, Villacidro e Sanluri ripercorre la mezza stagione in giallorosso: «Io stavo andando via da un Porto Corallo vicino ai playoff ma che si stava ridimensionando. Sono stato contattato dal presidente Salvatore Fadda a dicembre con una situazione di classifica del Ghilarza precaria, a pochi punti dai playout, con l'obiettivo di fare questo miracolo della salvezza. Ad inizio stagione il Ghilarza doveva fare la Promozione, è stato ripescato all'ultimo ed era stato costruito infatti con un organico di ragazzi che mai avevano fatto l'Eccellenza, così come all'esordio c'era l'allenatore Pia proveniente dalle giovanili. La squadra è stata rinforzata in corsa e, con l'infortunio di Uccheddu in difesa, hanno pensato a me. Ho accettato per il buon rapporto e perché a Ghilarza c'ero stato due anni prima con Nino Cuccu in panchina e un buon organico formato da giocatori come Montella, Surano, Ginesu, Stocchino, Ferraro. Ero consapevole di andare in una squadra in difficoltà e che anche io avrei avuto degli alti e bassi nel rendimento». Le difficoltà incontrate sono state principalmente tattiche: «Al Porto Corallo avevamo un sistema di gioco diverso, linea alta della difesa, pressing a centrocampo e dietro giocavamo molto la palla anche col portiere. A Ghilarza sono arrivato con questa mentalità ma, dopo un paio di partite, ho capito che serviva più concretezza, non dovevamo stare alti in difesa con uno che doveva sempre staccarsi, insomma bisognava cercare di prendere meno gol possibili per fare punti. Nonostante l'intesa coi compagni e l'arrivo di un giocatore come Rais, che ci ha dato esperienza a centrocampo, abbiamo trovato un po' tutti delle difficoltà e non solo io. Il Ghilarza probabilmente si aspettava qualcosa in più da me e io qualcosa di diverso sul piano gioco ma, alla fine, questa benedetta salvezza è stata raggiunta. Mi sono divertito ritrovando tanti amici come Milia, Uccheddu, Stocchino, e i tifosi si sono confermati splendidi come sempre perché seguono la squadra anche quando i risultati vengono meno». Sulla panchina del Ghilarza è arrivato ora Graziano Mannu che Pancotto ha avuto a Sanluri: «Non mi ha chiamato e non so perciò se ha parlato con la società di una eventuale mia riconferma. Se ha preso altre decisioni nel calcio ci sta, con lui ho un buon rapporto, al Sanluri eravamo la miglior difesa fino a poche giornate dal termine. Il mister sa chi sono e avrà fatto le sue scelte, starà a me eventualmente quando ci incontreremo da avversari far vedere che è stata fatta una scelta sbagliata».

 

La differenza di rendimento nelle due metà della stagioni sono state evidenti per Pancotto. Che rileva: «Al Porto Corallo sono andato meglio perché la squadra fino a dicembre nel complesso era superiore, perché l'organizzazione di gioco era diversa e perché Piccarreta è un allenatore in gamba che è stato bravo a trovare un'ottima intesa coi compagni. In difesa mi sono trovato benissimo con Totò Bruno, stravedo per lui perché è un bravissimo ragazzo e un ottimo giocatore, riesce a fare più ruoli senza abbassare mai il rendimento, è bravo mezzala e anche difensore centrale perché ha fisico e tecnica. Il vero mio rammarico è non aver potuto continuare col Porto Corallo, se fossimo rimasti tutti ci potevamo giocare i playoff, avevamo vinto i derby con Castiadas e Muravera, pareggiato con Lanusei, Latte Dolce e Ploaghe. Sono però soddsfatto, ho raggiunto "due salvezze", al livello personale ho segnato diversi gol che sono una soddisfazione, 4 col Porto Corallo e 1 col Ghilarza all'esordio col Muravera che poi ha festeggiato da noi al ritorno la vittoria del campionato». Il difensore ha visto così il campionato di Eccellenza: «Rispetto a due anni fa quando vinse la Nuorese non c'era la squadra ammazza-campionato e l'equilibrio l'ha fatta da padrone. Il Muravera ha chiuso primo perché in una fase decisiva è stato più continuo di tutti, per me il Lanusei era la squadra più forte, poi c'era il Latte Dolce una bel coloettivo dall'ottimo gioco, così come il Ploaghe. Il Castiadas aveva individualità forti come Mesina, Emiliano Melis e Porcu, credo che si siano giocati il campionato pareggiando alla fine con noi 2-2 e poi anche con l'Alghero». Nei bassifondi tutto come previsto: «Col Sanluri che si è ritirato e il Porto Torres che aveva smantellato, credo siano state giuste le altre due retrocessioni. L'Alghero ha dovuto fare uno sforzo enorme per rientrare in corsa ma poi l'ha pagato anche per una rosa ristretta, il Feritlia aveva un organico molto giovane seppur molti di quei ragazzi sono molto bravi ma gli è mancata quell'esperienza che ti fa fare i punti decisivi in certi momenti della stagione. Il Ghilarza ha meritato la salvezza, che poteva raggiungere un po' prima se non avesse buttato via certe gare come contro il Porto Corallo che ha vinto con una doppietta di Piccarreta con due punizioni da tenta metri». Sugli attaccanti incontrati lo spauracchio è sempre stato uno in particolare: «Mi ha impressionato Sergio Nurchi che ha confermato di essere veramente un ottimo bomber, intelligente, veloce e implacabile sottoporta, Anche Mesina merita tanti complimenti anche se contro di noi non ha giocato una grande gara però quasi 50 gol in una stagione vanno fatti. Ma ho incontrato tanti altri bravi attaccanti come Viani e Figos, se lasci loro mezzo metro ti puniscono subito».

In questo articolo
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2014/2015
Tags:
Sardegna